Il servizio analisi per il gatto

Il Servizio analisi

Il servizio analisi per la ricerca delle IgE allergene specifiche nel gatto è riservato esclusivamente ai medici veterinari.

Le richieste di analisi saranno evase entro 72 ore dal momento del ricevimento del campione, e  i risultati saranno inviati via e-mail, posta o fax al medico veterinario richiedente.

E’ opportuno inoltrare al laboratorio, assieme al campione, la richiesta d’analisi unitamente alla scheda anamnestica del soggetto. E’ possibile scaricare il  modulo anamnestico al seguente link: gatto.

Il servizio è riservato esclusivamente ai Medici Veterinari. Non vengono accettate per nessuna ragione richieste da privati.

Il catalogo degli esami

Test di ricerca semiquantitativa delle IgE allergene-specifiche su:

  • pannello Prescreening
  • pannello Pollini
  • pannello Ambientale
  • pannello Alimentare

I pannelli possono essere richiesti singolarmente o in combinazione.

Il test di prescreening, basato sulla tecnica ELISA, consente di valutare la presenza delle lgE allergene-specifiche nel campione verso gruppi di allergeni (pollini, acari). Questo test può essere utile per evidenziare l’eventuale presenza di IgE allergene specifiche e per indicare verso quale pannello può essere indirizzato l’approfondimento dell’indagine sierologica.

I diversi pannelli specifici misurano i livelli di IgE verso allergeni individuali e sono caratterizzati da un’elevata significatività territoriale.

Il Centro Ricerche Agrolabo attualmente collabora con Stallergens Greer (USA) utilizzando il metodo macELISA (mac= cocktail di anticorpi monoclonali) in un sistema appositamente studiato e personalizzato per l’Italia.

Il test utilizza 3 anticorpi monoclonali che distinguono 3 diversi epitopi della regione FC dell’ IgE. Questa metodologia, grazie alla sua specificità di legame, elimina la possibilità di falsi positivi dovuti all’interferenza con le IgG e grazie alla nota qualità degli estratti allergenici di Greer aumenta la specificità dei risultati. Pertanto questo test offre risultati affidabili, ripetibili e comparabili a quelli della tecnica ELISA basata sul recettore ad alta affinità.

Controllo Qualità

Il laboratorio di analisi Agrolabo partecipa volontariamente a un programma di standardizzazione e di controllo qualità inter/intralaboratorio stabilito da Stallergens Greer a livello internazionale con altri importanti laboratori europei e americani assicurando pertanto un servizio accurato, riproducibile e affidabile.

Campioni

Per effettuare l’analisi di ricerca delle IgE allergene specifiche nel gatto, è necessario un campione di siero di volume: 1 ml.

Il campione viene conservato opportunamente per 6 mesi dopo l’arrivo al laboratorio Agrolabo.

Gli steroidi influenzano il test?

Trattamenti con corticosteroidi non sembrano influenzare i risultati del test sierologico. Qualora sia possibile, sospendere il trattamento con corticosteroidi  per almeno 7 -14 giorni se la durata della somministrazione non è prolungata e/o effettuata a dosi elevate.

Eta’ per l’analisi

Sarebbe meglio eseguire le analisi per la ricerca delle IgE allergene specifiche al di sopra di 6 mesi di età. In caso di una diagnosi clinica certa di atopia al di sotto di questa età si possono eseguire le analisi e in caso di risultati negativi è meglio ripetere le analisi dopo 6 mesi.

Stagionalità

Anche se non sembra che la stagione influenzi i risultati delle analisi sierologiche, si è visto che il periodo migliore per analizzare un campione di serio per allergie da pollini è la fine della stagione estiva.

Gli Allergeni

E’ molto importante sottolineare che un test positivo non giustifica da solo una diagnosi di dermatite atopica, ma è solo indicativo del fatto che l’animale possiede anticorpi IgE verso l’allergene testato.

Gli allergeni sono particelle minuscole  presenti nell’ambiente come pollini, spore di muffe e acari  in grado di indurre una reazione di ipersensibilità di tipo I in un individuo suscettibile. Gli allergeni sono particelle complesse di cui solo alcune componenti molecolari sono allergeniche, per la presenza di due o più determinanti antigenici.

Si tratta di proteine idrosolubili o glicoproteine di peso molecolare tra 10 e 70 kD e di dimensioni tra 2 e 60 μm. Una particella per essere un allergene significativo deve possedere proprietà antigeniche, deve essere presente in grosse quantità e deve essere facilmente dispersibile.

Gli allergeni vengono suddivisi in tre gruppi:

        1) Allergeni da pollini di piante erbacee e arboree

La presenza e la quantità di pollini sono fortemente influenzate dal clima, dall’umidità e dalla vegetazione perché, trattandosi di particelle molto volatili, sono soggette agli effetti del vento, della pioggia, della gravità e della pressione atmosferica: la scienza che studia questi fattori prende il nome di aerobiologia. Ai fini diagnostici va sottolineato che sono molto più importanti i pollini di piante anemofile in quanto sono prodotti in quantità molto superiori ai pollini di piante entomofile e sonopiù piccoli e più dispersibili.

I pollini delle graminacee sono tra i più importanti, in considerazione del fatto che occupano il 20% della copertura vegetale del globo, hanno un grande significato allergenico e (a seconda delle latitudini e dei climi) hanno diverse impollinazioni. L’impollinazione nelle nostre regioni avviene da aprile a settembre.

Poiché la maggior parte dei pollini delle graminacee contiene alcuni antigeni comuni a tutta la famiglia , la maggior parte dei pollini sono cross-reattivi tra loro. Per questo motivo nella maggior parte dei test tali pollini vengono suddivisi in gruppi della stessa sottofamiglia o che condividono gruppi antigenici comuni e, nell’ambito, nel 70% dei casi si riscontra una positività per tutti i gruppi.

I pollini delle  erbe “infestanti” comprendono diverse famiglie botaniche e sono specie erbacee presenti ovunque in grande quantità. Tra le composite attenzione particolare merita l’Ambrosia, una pianta  originaria dell’America dove è considerata uno degli allergeni più potenti e che sta colonizzando tutta l’Europa con particolare predilezione per le regioni meridionali, costiere e di pianura. L’Ambrosia sembra essere l’unico allergene responsabile di problemi respiratori e di rinite e congiuntivite allergica.

Una considerazione a parte meritano i pollini delle piante arboree: poiché tali piante sono caratterizzate normalmente da una sola impollinazione annuale (alcune specie anche ogni due anni) ed è normalmente in un periodo specifico dell’anno, la positività a questi allergeni deve essere valutata attentamente in funzione delle terapie.

        2) Allergeni ambientali

Gli Acari: sono allergeni importanti presenti negli ambienti domestici in condizioni favorevoli di temperature e umidità elevate.

Comprendono gli acari della polvere: Dermatophagoides farinae e D. pteronyssinus e gli acari delle derrate alimentari: Acarus siro e Tyrophagus putrescentiae e Lepidoglyphus destructor.

Gli acari del genere Dermatophagoides sono presenti su materassi, tappeti, imbottiture di divani e sedie piuttosto che non nella “polvere” dei pavimenti. Sono caratterizzati da due allergeni specifici, di cui uno contenuto nelle feci e uno somatico presente sia negli insetti vivi sia negli insetti morti, pertanto i trattamenti con prodotti acaricidi possono diminuire la presenza di acari ma non diminuire la carica allergenica.

Gli acari delle derrate alimentari: Acarus siro (acaro delle farine), Tyrophagus putrescentiae (acaro del prosciutto) e Lepidoglyphus destructor (acaro dei mulini) prediligono ambienti particolari (silos, magazzini alimentari, granai, fienili) e possono essere facilmente trasportati con gli imballi in genere arrivando quindi nelle abitazioni. In caso di condizioni ambientali avverse possono entrare in uno stadio di quiescenza e il ritorno di condizioni favorevoli al loro sviluppo può portare a espolosioni demografiche aumentando pertanto il carico allergenico. Gli allergeni degli acari delle derrate possono essere cross reattivi con quelli degli acari della polvere.

        3) Allergeni di alimenti

Gli allergeni alimentari sono per la maggior parte grosse glicoproteine. Normalmente la digestione delle proteine spezza i legami formando peptidi e aminoacidi che non sono allergenici. Di conseguenza  proteine scarsamente digeribili o termostabili possono diventare allergeniche.

Dalla letteratura e dall’esperienza analitica, gli  allergeni più comuni nel gatto sono carne bovina, latte e latticini, grano, soia e in misura minore carne d’agnello e pollo.

Ci può essere crossreattività con altri allergeni alimentari (carne bovina con latte) e con aeroallergeni e sono comuni le sensibilità multiple.

 

Per richieste, informazioni e approfondimenti, contattare l’ufficio marketing Agrolabo ad uno dei seguenti indirizzi:

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