Parvo/Corona IC
Test rapido per la determinazione del Parvovirus e del Coronavirus canino.
Specie: cane
Metodo: immunocromatografico (IC)
Ricerca: antigenica
Campioni: feci
Lettura risultati: visiva in 10 minuti
Sensibilità: CPV 99.2% verso HI (Hemoagglutination inhibition), CCoV 95.2% verso RT-PCR
Specificità: CPV 100% verso HI (Hemoagglutination inhibition), CCoV 99.2% verso RT-PCR
Formato: 5 – 10 test
Patogeno
Parvovirus canino
La Patologia
PARVOVIROSI
La parvovirosi è una malattia virale molto contagiosa, che può essere potenzialmente fatale, specialmente nei cuccioli non vaccinati.
Il virus responsabile è classificato come Parvovirus Canino Tipo 2 (CPV 2), per distinguerlo da un altro Parvovirus (CPV 1) riscontrato nelle feci del cane, senza significato patologico. È un virus molto resistente nell’ambiente (può resistere anche fino ad 1 anno) ed all’azione di detergenti e disinfettanti.
Il virus viene escreto nelle feci e si moltiplica nel tratto digerente e nel midollo osseo. Penetrato nell’organismo per via orale, dopo un periodo di incubazione di 3-8 giorni, il virus si replica inizialmente a carico dei tessuti linfatici oro-faringei, da cui diffonde per via ematogena a tutti i tessuti. Successivamente il virus si localizza ai tessuti linfoemopoietici del midollo osseo e ai tessuti linfoidi del digiuno e dell’ileo, dove provoca rispettivamente neutropenia, linfopenia, distruzione dei villi intestinali con necrosi dell’epitelio e diarrea emorragica. In conseguenza dell’immunodepressione, gli animali infetti presentano frequenti infezioni batteriche secondarie (da Escherichia coli, Salmonella, Campylobacter e clostridi) che aggravano il quadro patogenetico. Dal 3° giorno post-infezione l’animale diventa eliminatore di virus.
L’infezione può avvenire per contatto diretto con le feci di cani infetti o indirettamente mediante l’esposizione all’ambiente o a oggetti contaminati, come le lettiere o le ciotole.
L’infezione parvovirale può colpire i cani di qualsiasi età, sebbene la maggior parte dei casi si verifichi nei cuccioli giovani di età compresa tra le 6 settimane e i 6 mesi. Gli animali non vaccinati o parzialmente vaccinati presentano un rischio considerevolmente più elevato di sviluppare parvovirosi.
Alcune razze vengono descritte come predisposte all’infezione da parvovirus canino, quali Dobermann Pinscher, Rottweiler, English Springer Spaniel, Pastore Tedesco, American Pit Bull Terrier e Bassotto. Queste razze, una volta contratta l’infezione, tendono anche a sviluppare sintomi più gravi.
il Barbone Toy e il Cocker Spaniel sembrano presentare un rischio ridotto di infezione da parvovirus canino. Anche i cuccioli le cui madri sono state regolarmente vaccinate vengono colpiti con minore frequenza e meno gravemente dalla parvovirosi. Questo perché la vaccinazione della madre aumenta i livelli degli anticorpi materni circolanti nei giovani cuccioli.La diffusione del parvovirosi canina è a livello mondiale. I primi episodi di parvovirus canina sostenuti da CPV sono stati osservati nel 1978 in America, la patologia si distribuì rapidamente in tutto il mondo, colpendo canidi selvatici e cani domestici, diventando ben presto una patologia endemica.
Segni clinici
Il decorso della parvovirosi è variabile da soggetto a soggetto anche all’interno della stessa cucciolata. Si riconoscono fondamentalmente due forme cliniche: una gastroenterica (di gravità variabile) ed una cardiaca; è riconosciuta tuttavia anche una forma sub-clinica.
Forma gastroenterica
Dopo un breve periodo di incubazione, compare:
- vomito e diarrea con presenza di sangue
- anoressia
- depressione del sensorio
- Rapidamente insorge la disidratazione e, talvolta, anche lieve ipertermia
- leucopenia (<3000 cellule/mm3) con marcata linfopenia.
Il decorso è variabile e si può osservare una lenta guarigione o un peggioramento delle condizioni generali con morte dei soggetti colpiti.
Forma cardiaca
L’evoluzione clinica è rapida e i soggetti di 2-4 settimane di età muoiono con i segni di una miocardite acuta.
Forma subclinica
È la forma forse relativamente più frequente, caratterizzata da:
- lieve depressione del sensorio
- anoressia
- lieve diarrea
- modesta leucopenia/linfopenia.
Lo sviluppo della forma sub-clinica, talvolta asintomatica, è in stretta correlazione con il grado di immunità dell’animale al momento dell’infezione. Trattasi, ovviamente, di immunità parziale che non impedisce la replicazione e l’escrezione del virus. Questa forma clinica assume un’importanza epidemiologica diversa a seconda del tipo di vita dell’animale. In un cucciolo che vive in ambiente familiare l’infezione avrà un impatto epidemiologico limitato; al contrario, la stessa situazione proiettata all’interno di un allevamento/canile assume un risvolto completamente diverso, in quanto l’animale infetto elimina il virus con le feci e può trasmettere l’infezione ad altri soggetti.
Algoritmo diagnostico


Patogeno
Coronavirus canino
La Patologia
Il coronavirus causa un’ infezione all’apparato digerente nei cuccioli e nei cani, si trasmette unicamente per trasmissione orofecale, ed è in grado di persistere nell’ambiente per almeno 6 mesi. Il virus percorre l’apparato digerente senza essere digerito dagli acidi dello stomaco e si posiziona nell’intestino, che è la sua sede definitiva, quella in cui inizia a riprodursi e, riproducendosi, porta danni all’organismo del cane.
I cani più soggetti al virus sono quelli non vaccinati o quelli che ancora non hanno finito il ciclo di vaccinazioni. Spesso gli allevamenti diventano veri e propri focolai di coronavirus. I soggetti che vivono in ambienti sporchi o sovraffollati, come accade spesso nei canili, possono avere una possibilità in più di contrarre l’infezione.
Segni clinici
I sintomi dell’infezione da coronavirus sono molto comuni ad altre infezioni virali, batteriche o da intolleranze ed allergie; quindi nella maggior parte dei casi sono confusi con altre patologie.
Tra questi abbiamo:
- depressione,
- perdita di appetito,
- abbattimento,
- vomito e diarrea.
Nel momento in cui tutti i sintomi si presentano insieme o comunque un paio di essi persistono, è fondamentale portare il cane dal veterinario per un controllo.
Nei cuccioli i sintomi sono più gravi, la diarrea prolungata provoca disidratazione, enterite e anche morte.
La diagnosi dell’infezione da coronavirus è difficile da effettuare poiché i sintomi sono gli stessi di altre malattie. Infatti essendo affini a quelli del parvovirus, il veterinario effettuerà un test iniziale parvovirale proprio per escludere la presenza dello stesso.
La prevenzione
Diagnosticare in tempo la patologia del tuo animale può salvargli la vita.
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Algoritmo diagnostico
