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IMB Toxo/Chlamydophila
Kit per la ricerca degli anticorpi IgG anti-Toxoplasma gondii e anti-Chlamydophila sp.
Specie: gatto
Metodo: ELISA indiretto su substrato solido
Ricerca: anticorpale
campioni: siero, plasma o sangue intero
Lettura risultati: visiva con scala colorimetrica di riferimento
SENSIBILITA’: Toxo. 92.3%, Chlam. 94.7%
SPECIFICITA’: Toxo. 100%, Chlam. 100%
Formato: 12 o 120 analisi
Patogeno
Toxoplasma gondii
La Patologia
TOXOPLASMOSI
La toxoplasmosi è sostenuta dal protozoo Toxoplasma gondii, un parassita intracellulare obbligato che infetta tutti gli animali a sangue caldo. I gatti sono gli unici ospiti definitivi cioè eliminatori di oocisti. Il parassita ha tre fasi infettive: gli sporozoiti nelle oocisti, i tachizoiti (fase di moltiplicazione attiva) e i bradizoiti (fase di moltiplicazione lenta) inclusi nelle cisti tissutali.
L’infezione può essere acquisita per via congenita, per ingestione di tessuti infetti (roditori, uccelli) e di acqua contaminata.
Nel gatto, dopo l’ingestione, T. gondii completa un ciclo enteroepiteliale in circa 3-10 giorni, con l’emissione di oocisti nelle feci. I gatti eliminano oocisti nelle feci solo per 1-2 settimane. In 1-5 giorni le oocisti sporulano divenendo infettanti e estremamente resistenti nell’ambiente. Il ciclo extraintestinale si realizza, in tutti gli ospiti intermedi, compreso il gatto, con l’ingestione di cisti tissutali o oocisti e la formazione di tachizoiti, che vengono disseminati per via ematica e linfatica, infettando le cellule di quasi tutti i tessuti. I soggetti immunocompetenti confinano le cellule infette in cisti tissutali contenenti bradizoiti, generalmente riscontrabili nel muscoli cardiaci e scheletrici e che restano dormienti anche per tutta la vita.
La toxoplasmosi, nel gatto è generalmente asintomatica o con manifestazioni diarroiche transitorie. Le forme cliniche sono molto rare nel gatto e rarissime nel cane.
Le forme cliniche acute, in soggetti immunodepressi o in animali giovani con trasmissione transplacentare, interessano soprattutto il fegato, i polmoni e il sistema nervoso centrale.
Le forme sistemiche solitamente si sviluppano in seguito alla riattivazione di un’infezione latente e si manifestano con l’interessamento tissutale prevalente di polmoni, sistema nervoso centrale, fegato e pancreas, cuore e occhi
Le manifestazioni cliniche nel cane comprendono prevalentemente segni sistemici associati ad infezioni respiratorie, gastroenteriche o neuromuscolari.
Algoritmo diagnostico


Patogeno
Chlamidophila
La Patologia
CLAMIDIOSI
La clamidiosi felina è una malattia batterica molto contagiosa che colpisce principalmente gli occhi e l’apparato respiratorio superiore dei gatti. E’ causata da batteri gram negativi intracellulari obbligati del genere Chlamydophila poco resistenti nell’ambiente. La malattia si trasmette per contatto diretto con secrezioni nasali e oculari e colpisce gatti di tutte le età, ma con più frequenza i gatti giovani (da 5 settimane a 3 mesi di età) e gatti che vivono in comunità. Molto raramente l’infezione si trasmette dal gatto all’uomo.
Circa il 30% dei casi di congiuntivite nel gatto sembra causato dalla Chlamydophila.
Di per se non è una malattia letale, ma la sua persistenza può diventare cronica e insidiosa.
Il periodo di incubazione è di 3-10 giorni con sintomi rappresentati da congiuntivite sierosa o muco-purulenta generalmente monolaterale che diventa successivamente bilaterale con iperemia e follicolite all’interno della terza palpebra, associata a rinite con scolo nasale e starnuti, solo raramente coinvolge i polmoni. I sintomi possono durare anche settimane con altri sintomi associati come febbre, stanchezza, perdita di appetito e di peso e ulcere corneali o intorno agli occhi e le recidive sono frequenti. La diagnosi differenziale deve comprendere le congiuntiviti da herpesvirus e da calicivirus.
Algoritmo diagnostico
